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Comizi Agrari Cornucopia – la vacca di razza Garfagnina e Pontremolese

Parte della conferenza tenutasi a Castelfranco Emilia sulla storia di quattro razze autoctone dell’antico ducato di Modena e Reggio. Conferenza di Mario Valcavi. Oggi parliamo delle razze montanare.

La Razza Garfagnina

Conosciuta anche come “Nostrana”, “Modenese di monte” o “Grigia dell’Appennino reggiano”, la Garfagnina ha radici profonde nella storia agricola italiana. Questo bovino deriva da ripetuti incroci di ceppi podolici ed iberici, con una predominanza del ceppo podolico che ne caratterizza l’aspetto. Originariamente diffusa nella Garfagnana, oggi è presente principalmente in Emilia-Romagna, nelle province di Reggio Emilia e Modena.

Caratteristiche e Allevamento

La Garfagnina è rustica e adatta alle severe condizioni ambientali delle montagne appenniniche. Tuttavia, la sua ridotta produttività ha portato a un drastico calo numerico, con pochi capi rimasti concentrati nella sua area di origine. L’impegno della Regione Emilia-Romagna ha permesso di attuare misure di conservazione e incentivazione per l’allevamento di questa razza, che oggi viene riconosciuta per le sue produzioni lattiero-casearie di alta qualità.

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La Razza Pontremolese

La Pontremolese è considerata la razza bovina italiana con il minor numero di effettivi, contando meno di 40 capi. Storicamente allevata nelle valli dei fiumi Magra e Vara, tra le province di Massa Carrara e La Spezia, questa razza ha subito un drammatico declino a partire dagli anni ’40. Il suo numero è passato da circa 15.000 capi nel 1940 a soli 13 capi censiti nel 1983. In Emilia-Romagna era allevata a Parma e Piacenza dove era conosciuta anche con altri nomi.

Caratteristiche e Allevamento

La Pontremolese presenta un’origine iberico-italica, insediatasi nelle zone collinari e montane in epoche remote. Potrebbe essere una delle più antiche razze italiane. La sua produttività, sebbene ridotta, è stata oggetto di progetti di conservazione e recupero che hanno visto un aumento graduale del numero di capi. Gli interventi mirati hanno permesso la produzione di vitelli puri e la creazione di stalle monorazza per valorizzare le risorse genetiche della Pontremolese.

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Progetti di Salvaguardia

Il progetto di salvaguardia, finanziato dal PSR 2007-2013, ha concentrato gli sforzi su un numero limitato di aziende, ottenendo risultati significativi nel breve periodo. Gli obiettivi principali includevano la caratterizzazione genetica, la prevenzione dell’erosione genetica e la valorizzazione delle produzioni montane. Tra i risultati ottenuti vi è stato l’aumento del numero dei capi, la produzione di nuovi tori selezionati e l’introduzione di regimi alimentari più ricchi, che hanno migliorato le performance produttive delle razze.

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