Racconti di sapori dimenticati, il blog di Cornucopia 🌱🌞🍂❄

Uva Lambrusco Grasparossa

Agazzotti, 1867

Lambrusca dai graspi rossi (Lambrusca Aggazzotti)

Grappolo: allungato, con graspi tutti rossi e picciuoli robusti, ben pronunciati.
Acino: sferici, di media grandezza e molto radi.
Buccia: piuttosto grossa, rosso-violaceo scuro, coperta di polvere nerastra; all’interno abbondante di materia colorante nera che, sciogliendosi mediante la fermentazione vinosa, tinge di color fosco carico il vino.
Sugo: piuttosto scarso, molto sapido e zuccheroso, con conveniente dose di lievito per la fermentazione vinosa.

Uva di merito speciale, tipica dei lambruschi di collina. Da sola dà un vino molto sapido e di color fosco carico, ben provvisto di alcool; segna ordinariamente 12 al glucometro e 12½ al alcoometro. Nella successiva estate dispiega un grato profumo di mandorla di persico. Riesce un po’ pesante per gli stomachi delicati, ma è preferito dai mercanti oltrepadani i quali, grazie al colore carico e all’abbondante alcool, mentre che le botti fanno il passaggio del Po, essi rinnovano il miracolo della Cena. Con uva alquanto appassita e vino molto vecchio si ottiene un buon succedaneo della malaga.

La vite prospera in ogni sorta di terreni vitiferi, anche nei ferruginosi di terra rossa, ocra, maritandosi senza difficoltà alla ingrata quercia o alla rovere.

Giornale Vinicolo Italiano, n. 26, 1925

Predomina nel colle piano e nel piano alto, produce bene a cordone speronato, resiste alle malattie, dà vino colorato , a schiumarossa, abbastanza alcoolico da mezzo taglio .

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