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Uva Malvasia di Spagna

Le foto qui sopra sono state prese a luglio 2024 di quella che pensiamo sia la Malvasia di Spagna descritta da Aggazzotti.

17.1 MALVASIA DI SPAGNA (Romana. Moscatellone).
Grappolo molto allungato e quasi cilindrico: con grani molto radi e quasi senza graspetti: picciuolo anch’esso lungo, verde, di mediocre resistenza.
Acino oltre il mediocre, sferico o tendente all’ovideo.
Buccia giallo-olivo-opaca, resistente, picchiettata spesso con punti color nocciuola.
Sugo non abbondante, ma denso, vischioso, zuccherino, delicato, molto sapido, con abbondanza d’aroma, tra il moscato e la malvasia comune; anche la polpa è piuttosto resistente, ed il vinacciuolo ben nutrito, spesso unico; al glucometro 8½.
Uva delle prime tra le aromatiche, che conferisce al vino bianco un aroma meno piccante sì del moscato che della malvasia, ma di lungo più grato e delicato. Nella confezione de’ vini abboccati, o da dessert, sta benissimo associata ad altre uve fine da sugo, com’ ebbi a dire della Galletta e dirò in seguito del Trebbiano di Spagna, del Piccolito, della Gradigiana, della Trebbianina2 e di molte altre di simile genere.
La vite è alquanto schizzinosa né, ancor dimentica la sua meridionale origine, richiedendo esposizione assai soleggiata ed asciutta; né soffre che l’astro benefico della natura venga velato da infesti vapori, nel qual caso lascia cadere il suo prezioso frutto, ritenendo solo l’inutile fogliame, ed anche questo ben spesso incarcoiato. Come la massima parte delle viti aromatiche teme assai l’oidio3.

  1. Trattasi del numero che l’Aggazzotti assegnava alle varietà nella sua collezione di Colombaro ↩︎
  2. Aggazzotti considerava Trebbianina e Trebbiano di Spagna due varietà diverse! ↩︎
  3. Aggazzotti, Francesco – Catalogo descrittivo delle principali varietà di uve coltivate presso il csa. Avv. Francesco Aggazzotti del Colombaro – 1867 ↩︎

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