Origini e Diffusione
La Fogarina è una varietà tipica della Bassa Reggiana, ma in bibliografia viene citata anche in Romagna, sebbene le accessioni rinvenute in quest’ultima area siano risultate essere in realtà Jacquez (probabile incrocio tra Cabernet Franc x Vitis aestivalis, Rodrigues, 2018).
Il Jacquez veniva anch’esso utilizzato per incrementare il colore dei vini rossi di pianura, motivo per cui la Fogarina è stata erroneamente identificata con il sinonimo di Tinturia (Pastore et al., 2020).
- Sinonimi accertati: Fogarina di Gualtieri, Uva Fogarina
- Sinonimie errate: Tinturia, Jacquez
- Denominazioni dialettali locali:
- Rischio di erosione: Medio-elevato
La Fogarina di Gualtieri
La varietà è conosciuta anche come Fogarina di Gualtieri, poiché questo comune rappresenta l’area storica di diffusione. Oggi, in tutta l’Emilia-Romagna, la sua coltivazione si riduce a meno di 3 ettari, concentrati quasi esclusivamente nel Comune di Gualtieri.
Le Origini Leggendarie della Fogarina
Secondo Bellini (1924), la Fogarina fu scoperta casualmente da un certo Carlo Simonazzi nel novembre del 1820, mentre pescava nell’area golenale del Crostolo.
Notò una vite rigogliosa con grappoli ancora sani nonostante la stagione avanzata. Decise quindi di trapiantarla nel suo podere, ottenendo negli anni uva abbondante e tardiva, capace di conservare i grappoli fino a Natale.
Successivamente, Domenico Rossi ne favorì la diffusione innestando la varietà nel suo fondo di Gualtieri. Nel 1924, nel comune si producevano circa 50.000 quintali di Fogarina (Grego, 1968; Dolcini et al., 1967).
Ipotesi sull’Etimologia
Secondo una leggenda riportata da Mossini (1905), la Fogarina sarebbe stata trasportata da un’alluvione del Po in un bosco guastallese chiamato Fogarin, da cui avrebbe preso il nome.
Altri autori, come Ravà, sostengono che la denominazione derivi dalla sua capacità di dare “fuoco” e vigore ai vini poco strutturati (Dolcini et al., 1967).
La Fogarina nella Storia della Viticoltura Reggiana
Dalla documentazione disponibile risulta che già a fine Ottocento la Fogarina fosse largamente diffusa nel territorio di Gualtieri.
Un documento del 27 giugno 1888, inviato al Prefetto del Circondario di Guastalla, afferma che la Fogarina era diventata la principale risorsa agricola delle zone asciutte.
Le indagini molecolari (Tabella Profili Genetici) hanno evidenziato una possibile parentela con il Lambrusco Marani.
Dopo la costruzione della ferrovia consorziale “Società Veneta Parma e Suzzara” (1885), la stazione di Gualtieri divenne un punto di raccolta per la Fogarina, destinata a cantine di altre regioni per essere utilizzata come uva da taglio, per migliorare acidità e colore dei vini.
I registri del commerciante Leone Grazzi testimoniano vendite fuori dal territorio reggiano, con acquirenti da Carmagnola, Busto Arsizio, Carpi, Valtellina, Bergamo, Lecco, Cremona, Torino, ecc. (Caleffi, 2004).
Il Declino della Fogarina
All’inizio del XX secolo, la Fogarina era ancora molto diffusa, come confermano:
- L’elenco delle principali varietà italiane curato da Domizio Cavazza (1923)
- La descrizione di Marzotto (1925)
- Un articolo di Toni (1927), che indicava la Fogarina come la seconda varietà più coltivata nella provincia di Reggio Emilia, dopo l’Ancellotta
Un Vitigno a Maturazione Tardiva
Un antico detto popolare guastallese testimonia la maturazione tardiva della Fogarina:
“Per Santa Caterina, o la nev o la brina, as va a vendumer la Fogarina”
Infatti, Santa Caterina cade il 25 novembre, data compatibile con i registri di Grazzi (1910-1994), che documentano la vendita di Fogarina fino a tutto novembre (Caleffi e Zini, 2004).
Nel 1951, la vendemmia della Fogarina si protrasse fino a febbraio a causa di un’alluvione del Po che sommerse le vigne per tre mesi. Quando finalmente fu raccolta e vinificata, il vino risultante ricevette ottime recensioni dai clienti delle osterie di Gualtieri.
Dal Raboso al Focarino: Il Legame con la Tradizione Vinicola
Spesso la Fogarina veniva confusa con il Raboso Veronese, ma negli anni ’60 Cosmo e Polsinelli ne hanno confermato la differenza varietale.
Manzoni (1977) suggerisce un legame con il Focarino, un vino medievale acidulo e rosso-nerastro, che veniva venduto caldo con il miele nelle bettole romagnole già nel 1500.
Caratteristiche del Vitigno
Foglia
- Piccola, cuneiforme, pentalobata
- Seno peziolare a V, aperto
- Seni laterali superiori con base a U, chiusi o con lembi leggermente sovrapposti
- Denti rettilinei, pagina superiore da poco a mediamente bollosa
Grappolo
- Medio o medio-piccolo, conico
- Da mediamente compatto a spargolo, con 1 o 2 ali
- Acino sferoidale, con buccia blu-nera e mediamente pruinosa
- Polpa non colorata, di consistenza molle
Caratteristiche Agronomiche ed Enologiche
- Vitigno rustico, di vigoria media o medio-bassa, con buona produttività costante
- Tollerante alle crittogame, grazie alla buccia consistente
- Germogliamento: Prima decade di aprile
- Fioritura: Prima decade di giugno
- Invaiatura: Seconda decade di agosto
- Maturazione: Prima decade di ottobre (ma storicamente anche fino a novembre)
La Fogarina è una varietà da uva da vino, che si presta anche all’appassimento.
Il vino prodotto presenta:
- Note fiorali e fruttate, con sentori di ribes e ciliegia
- Toni speziati e una leggera nota vegetale
- Struttura media, acidità e astringenza bilanciate, buona persistenza