L’uva Longanesi, conosciuta localmente come “Bursona”, è un vitigno autoctono della Romagna, specificamente della zona di Ravenna. Con circa 200 ettari vitati, è un tesoro enologico ancora poco valorizzato, ma capace di dare vita a vini di eccellente qualitĂ e di carattere. Fino a pochi anni fa, era spesso confusa con il Negretto, ma dal 2002 è stata ufficialmente riconosciuta nel Registro delle VarietĂ con il suo nome autentico, uva Longanesi.
Alla fine dell’Ottocento, il vitigno era praticamente estinto a causa della devastazione causata dalla fillossera, un insetto dannoso per le viti. Per decenni, l’uva Longanesi scomparve dalla memoria collettiva fino a quando, nel corso del Novecento, Antonio Longanesi scoprì una vite selvatica sui suoi terreni in provincia di Ravenna. Colpito dalle potenzialitĂ della pianta, nel 1956 decise di impiantare filari di uva Longanesi, segnando così l’inizio della sua rinascita.
Nel 1913, Antonio Longanesi acquistò una proprietĂ a Bagnacavallo e trovò una vecchia vite che cresceva nel quartiere, arrampicata su una quercia. Data la straordinaria resistenza della pianta e alla sua capacitĂ di resistere alle malattie fungine grazie alla buccia spessa, Longanesi riuscì a farne una casa molto apprezzata dalla comunitĂ locale. La vite fu propagata per Antonio Longanesi e i suoi amici, e nel 1956 suo figlio Aldo Longanesi piantò il primo vigneto di questa varietĂ . Nel 1972, un anno dopo la morte di Aldo, suo figlio Pietro la battezzò provvisoriamente Uva Longanesi in onore dei suoi antenati. Il figlio di Pietro, Daniele, che prese in mano la cantina nel 1995, ottenne il riconoscimento ufficiale per l’Uva Longanesi nel 1999 con l’inclusione nel registro nazionale delle varietĂ . Il suo sinonimo BursĂ´n, che significa “sacco grande” nel dialetto locale, era il soprannome di Antonio Longanesi.
Recenti analisi del DNA condotte al centro di ricerca San Michele all’Adige hanno stabilito che l’Uva Longanesi non è identica a nessun’altra varietĂ di uva conosciuta.
Alcuni storici locali ritengono che l’Uva Longanesi sia stata introdotta in Italia dagli soldati del Papa, mentre alcuni studiosi suggeriscono che sia stata domesticata da viti selvatiche locali.